PANSÈ

Con le pansè c’è da sbizzarrirsi.

Le Pansè hanno colori sgargianti che variano dal viola al nero velluto, passando per il giallo e le varie tonalità di rosso o blu, celeste e bianco.

Prive di profumo e quasi di sapore, hanno cinque petali, con un centro scuro o giallo che risalta  in contrasto con il resto del fiore.

Alcune varietà hanno venature scure che gli danno l’aspetto di un viso; guardatele bene, si narra sia possibile scorgervi il volto della persona amata.

pansè in vaso

Bellissime pansè

È una pianta ornamentale perenne, usata per decorare aiuole, terrazzi e balconi per l’abbondante fioritura molto semplice e affascinante. Fioritura che avviene nei periodi freschi dell’anno, da ottobre fino a maggio. Non teme il freddo, è quindi possibile porla a dimora anche quando c’è minaccia di gelate, anzi solitamente le basse temperature favoriscono la germinazione dei semi e fioriture abbondanti.

In inverno è da tenere  in pieno sole, perché se la lasci all’ombra tende a fare pochi fiori.

A primavera invece, quando il sole è più caldo, ha bisogno di zone in penombra.

In estate cessa la fioritura e comincia a produrre semi.

La bellezza dei suoi fiori ha fatto sì che se ne coltivassero numerose varianti ibride ottenute dall’unione della viola tricolor selvatica con altre specie affini.

Richiede molta acqua, ma se non sapete come regolarvi ve lo farà notare lei quando ha sete. La troverete sdraiata nei vasi, tramortita, non vi preoccupate, basta un pò di acqua per farla tornare in forma.

La Pansè, adora essere accompagnata dai narcisi gialli, prova a metterli insieme in una fioriera e vedrai. Monik quest’anno le ha accompagnate con un aquilegia e una gigantesca pianta di coriandolo.

E’ straordinario poter utilizzare i fiori in cucina, difatti, molto spesso basta aggiungere un piccolo fiore ad un piatto per rendere la preparazione unica. I fiori di Pansè,  Viola del pensiero o viola Mammola, si prestano molto bene a questo gioco. Un piccolo fiore et voilà, il piatto diviene magicamente ammaliante. Senza impazzire a cercare chissà quale tipo di fiore esotico per decorare i nostri piatti, vi consiglio di coltivare voi stessi il vostro vaso di pansè per poter disporre dei suoi fiori da utilizzare in cucina.

Regalare una piantina di viole del pensiero ha un unico e inequivocabile messaggio: pensa a me!

Pegno di amicizia, ma anche dono di un innamorato. Simbolo di amore profondo, si narra che una freccia di Cupido cadde su questo fiore, difatti incarna le virtù di tenero attaccamento e compassione, ritenute qualità naturali del cuore femminile. Un tempo comparivano spesso in delicate illustrazioni in copertina sugli album di fotografie. Decorazione popolare molto in voga, fu apprezzata anche in epoca elisabettiana poiché la regina stessa amava molto questo semplice fiore.

Anche Shakespeare vi fa riferimento in “Amleto”, tra i fiori che Ofelia offre a suo fratello. Si tratta di un fiore collegato ai pensieri positivi, ai ricordi dolci, a un passato nostalgico che continua a essere a suo modo presente. Nei tempi passati, il suo succo, era utilizzato per le pozioni d’amore o per bevande toniche. Io la trovo una pianta molto austera, pare quasi stare sulle sue, eppure fiorisce in folto gruppo. Sorrido  pensando alla rappresentazione che ne ha fatto Walt Disney in Fantasia, un gruppo di signorinelle altezzose, ma bellissime. È il fiore che la mia nonna teneva caro a sé. Io la collego sempre alla capacità di restare centrati in mezzo alla folla. Adoro questa pianta.

Anche la mitologia greca parla di lei: Ade perdutamente innamorato della figlia di Demetra, la rapì. Quando Demetra se ne accorse per la disperazione rese la terra sterile. Zeus convinse però Ade ad un accordo; far trascorrere a Persefone primavera e autunno con la madre ed  il resto dell’anno nell’oltretomba con lui. Così, Demetra risvegliò la Natura rendendo la terra nuovamente  feconda.  La prima volta che Persefone tornò sulla terra la Natura la accolse con gioia e fu accolta da tante piccole Pansè lungo il suo cammino.

Secondo la fitoterapia, la viola del pensiero ha proprietà diuretiche, lassative, sedative, espettoranti, utilizzata per il trattamento del mal di testa e della nausea con vomito. I suoi fiori, secchi o freschi, possono essere utilizzati per curare gli eczemi e le dermatiti da sudore. In caso di disturbi urinari, la viola è vantaggiosa per curare la cistite.  Io, con la tricolor selvatica preparo un meraviglioso olio antirughe.

Per questa pianta desidero donarvi una canzone anziché una ricetta. La Pansé,  è una canzone di cui canticchiavo spesso il ritornello da bimba. Si racconta che un celebre musicista si sia rifiutato di musicarla  perché troppo volgare con i suoi doppi sensi. EvViva la mia ingenuità infantile.

Ecco a voi  ‘E parole   con la bravissima Gabriella Ferri, se preferite potete trovarla cantata da Murolo, da Carosone, N. Taranto o da S. Bollani, scegliete voi.

Ogni giorno cambi un fiore

e lo appunti in petto a te…

Stamattina, sul tuo cuore,

ci hai mettuto una pansé…

E perché ce l’hai mettuta?

se nun sbaglio l’ho capito…

Mi vuoi dire, o bella fata,

che tu pensi sempre a me…

Ah!….  Che bella pansé che tieni,

che bella pansé che hai…

me la dai? me la dai?

ma, me la dai la tua pansé?

Io ne tengo un’altra in petto

e le unisco tutt’e due:

Pansé mia e pansé tua…

in ricordo del nostro amor!

 

Questo sciore avvellotato,

tanto caro io lo terrò…

Quando si sará ammosciato,

io me lo conserverò….

Ci ha tre petali, tesoro,

e ogneduno ci ha un pensiero…

sono petali a colori:

uno giallo e due marrò…

Ah!… Che bella pansé che tieni…

Tu sei come una fraffalla

che svolazza intorno a me…

Poi ti appuoi sulla mia spalla

con il pietto e la pansé…

Io divento un mammalucco,

poi ti vaso sulla bocca

e mi sembra un tricchi-tracco

questo vaso che do a te!

Ah!… che bella pansé che tieni…

 

La trovo fantastica!!

 Bene, siam giunti alla fine, “stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che io ho detto la mia!!” Così diceva la mia nonna Tecla, mia maestra d’erbe e di Vita. 

Vi abbraccio forte, Beatrice Calia, l’Erbana.

Articolo scritto per Rock&Food 

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