L’ attenzione verso il cibo comincia già molto prima di averlo nel piatto.
Cibo, pare quasi una parola magica data la sua grandissima capacità di smuovere il mondo.
Da diversi anni si parla tanto di cibo, di cucina, di alimentazione. Tanti cucinano. Tanti danno consigli e fanno critiche. Tutti mangiamo. Non sempre siamo felici di ciò che mangiamo. Il cibo non sempre ci nutre, e non tutto il cibo è buono. Il cibo è un argomento serio e vastissimo.
Io amo il cibo, e ho pensato di scrivere questa rubrica sul mondo del cibo perchè voglio condividere con voi “piccoli- grandi” accorgimenti che credo possono fare la differenza.
L’ambiente domestico è un mondo circoscritto, eppure sconfinato se pensiamo alla miriade di cose e situazioni che lo riguardano. E’ composto dai luoghi atti a “contenerci” per permetterci di crescere, di sentirci al sicuro, accolti, avvolti. È lì che abbiamo la possibilità di mollare la presa e poterci rilassare, come è lì che possiamo prenderci cura di coloro che amiamo.
È proprio tra le mura domestiche che possiamo esprimere il meglio o il peggio di noi stessi, è lì che mollando la presa possiamo prestare più attenzione a noi stessi e al nostro entourage.
Lavorando in cucina i miei sensi si sono espansi riguardo tutto ciò che ha a che fare con la sicurezza, l’igiene, l’ordine e l’organizzazione negli spazi lavorativi, e lo spazio di maggior lavoro in casa è la cucina, a seguire la lavanderia!!
Avevo poco più di 8 anni quando sono entrata nella mia prima cucina di ristorante e da lì è cominciata la mia storia legata alle attenzioni verso l’ambiente cuciniero.
La cucina è il laboratorio dove si compiono trasformazioni quotidianamente, e da lì partono le situazioni che possono contribuire al nostro benessere o al nostro malessere.
Quando si comincia a prestare attenzione al cibo lo si ricerca possibilmente biologico, a km 0, sostenibile, ma poi come conservi il cibo che compri? Dove lo compri? Come lo cucini? Dove e come lo pulisci? Dove butti gli scarti? Li fai gli scarti? Li sapresti adoperare? O meglio, volendo li sapresti usare?
Mi sarebbe piaciuto da ragazzina poter trovare tra le materie scolastiche “economia domestica” , materia che ho imparato sulla mia pelle e sulle mie spalle, nei tanti anni trascorsi a preoccuparmi oltre che dei miei figli, della mia famiglia e della mia casa, dei luoghi che avrebbero ospitato clienti, ovvero le sale dei ristoranti e le cucine.
Ero poco più che una ragazzina quando un ragazzo “Hari Krisna” alla domanda di come facesse il suo cibo ad essere così buono, mi rispose che lui ogni giorno cucinava come se a pranzo aspettasse Dio. Questa risposta ha condizionato il mio vivere, e da quel momento nulla è più stato uguale.
Ho cominciato a sentire la grande responsabilità di accogliere le persone e ciò mi ha portata a prestare attenzione ai piccoli grandi gesti che si compiono quotidianamente nei luoghi dove si prepara il cibo.
L’accoglienza inizia già in cucina, o anche prima, ovvero nella preparazione dei menù, dal luogo dove si decide di fare la spesa (negozio, contadino, mercatino o supermercato), da cosa si decide di comprare, fino ad arrivare alle preparazioni e alla somministrazione, e dalle persone di cui si decide di avvalersi professionalmente per fare tutto ciò.
Cucinare per sè e per gli altri è una roba grossa!!! A tavola si decidono tanti “destini”..
Nel prossimo articolo comincerò a parlarvi della cucina nelle sue più svariate sfaccettature :-) .
A presto. Vi aspetto, un abbraccio dall’Erbana, una selvatica in cucina!!