mangiare un albero… Ho provato una grande emozione quando 10 anni fa ho mangiato per la prima volta una manciatina di frutti dell’olmo.. era da poco finito l’inverno e con una cara amica eravamo a zonzo in campagna, in giro per campi e boschi a godere delle prime giornate di sole. Ricordo la grande emozione del momento in cui ci siamo trovate davanti questo grande albero nudo di foglie, ma completamente ricoperto da chiazze corpose di color clorofilla tenue. Era bellissimo, molto attraente..l’istinto era quello di assaggiarne i frutticini, avevo letto che erano edibili, ma non li avevo mai mangiati. Che gioia ho provato quando la mia amica me ne ha allungata una manciatina. I frutti dell’olmo sono detti samare, crescono prima delle foglie, si riconoscono perché sono riunite in gruppi, e possiamo notare gruppi di frutti verde clorofilla sui rami delle piante di olmo ancora nudi.
La pianta possiede una certa eleganza e cresce in incolti, siepi e nei boschi misti, lungo i corsi d’acqua. Può arrivare fino a 30 metri di altezza e la sua chioma arriva fino a 10 metri di ampiezza. Chioma, larga ed elegante, segno distintivoi della sua bellezza. La pianta cresce meglio in presenza di una buona luminosità, ma al riparo dal sole. Il legno che produce è resistente e di una buona consistenza elastica. Un tempo l’olmo veniva usato come tutore della vite, per di più il suo legno è facilmente lavorabile , ma sappiate che non è un buon combustibile. Questo bellissimo albero è molto delicato e soggetto ad una grave malattia funginea che lo può portare alla morte, la grafiosi.
I fiori ermafroditi riuniti a gruppi, fioriscono a fine inverno, prima dell’emissione delle foglie. Mentre i frutti sono piccole samare riunite in gruppi, rotondeggianti e formate da una lamina con al centro il seme. Queste samare, ancora immature, di colore verde tenero, costituiscono la parte commestibile della pianta. Il sapore ricorda il gheriglio di una noce acerbo, però più dolce e delicato. C’è chi le cuoce, io adoro utilizzarle crude in misticanza accompagnate da erbe amare e fiori colorati.
La samara è un frutto alato indeiscenti con un solo seme, come in acero, olmo e frassino..è un frutto leggero atto a sfruttare la forza del vento per una più ampia diffusione del seme.
Dai fiori dell’olmo deriva un rimedio floreale: Elm. Ecco qui la descrizione del dr. Bach di questo fiore prezioso: elm è per quelle persone che stanno facendo un buon lavoro, seguendo la loro vocazione e sperando di fare qualcosa di importante, magari a beneficio dell’umanità. A volte possono avere periodi di depressione, quando sentono che il compito che si sono assunti è troppo impegnativo e al di là delle umane possibilità..è il rimedio per le persone che soffrono di una perdita temporanea di fiducia in se stesse a causa di un eccesso di responsabilità di cui si sono fatte carico. Ecco che se decidiamo di mangiare questo “curioso” frutticino, accediamo anche al suo messaggio energetico, ovvero ci aiuta a metabolizzare al meglio ciò che pensiamo di noi stessi, è una pianta che ci accompagna a compiere il nostro passaggio di crescita, di accettazione dell’essere soggetti ad un atto di consapevolezza.
Come utilizzare questi frutticini? Io li aggiungo in maniera cospicua alle misticanze primaverili, scoprirete un sapore inusuale, dolce, goloso, accattivante! Cercatele velocemente intorno a voi, perché a breve spunteranno le foglie e non sarà più possibile gustare questa golosità, e occorrerà dover attendere un anno intero prima di poterlre rivedere.
Sperimentate sempre e abbiate cura di voi che siete l’ingrediente prezioso della grande ricetta della vita che sierte voi! Un abbraccio dall’Erbana, una selvatica in cucina!
Articolo scritto per Rock&Food