Vegetariana perchè

Sono  vegetariana praticamente da sempre e vi racconto il perchè.

Sono vegetariana dall’età di 14 anni, la scuola e la professione intraprese hanno a che fare con questa mia scelta e oggi voglio raccontarvi come tutto è cominciato.

Devo dire che il fil rouge della mia vita è rappresentato dal cibo, lui è presente in quasi tutte le mie scelte e fin da subito ha mostrato esserne il direttore d’orchestra.

Pensate che appena nata, ho rischiato di “morire di fame” a causa di una complicanza post natale, la quale nei primi giorni di vita, mi portava a non essere adeguatamente nutrita.

Per tutta l’ infanzia la mia famiglia si è sempre premurata che ci fosse cibo a sufficienza in casa e che potessi nutrirmi adeguatamente, crescendo, nel corso dei mie studi durante un laboratorio di cucina alla scuola alberghiera, un evento ha cambiato per sempre il mio modo di considerare il cibo.

Alla vista di una mezzena di vitello “svestito” sono rimasta fortemente colpita e in quell’occasione, ho deciso che non avrei mai più mangiato carne, e nei successivi 37 anni, non ho mai avuto motivo di cambiare idea.

Nella mia adolescenza sono stata come una banderuola al vento, via la carne, il pesce l’avevo sempre rifiutato, e le proteine le assumevo soprattutto attraverso l’uso dei formaggi, tutto questo senza nessuna consapevolezza alimentare.

Grazie a Dio sono un’anima curiosa,  e così molto presto ho cominciato ad interessarmi alla macrobiotica, alla cucina naturale, alla naturopatia, e di conseguenza i cereali, i legumi, le verdure cotte e crude, la frutta fresca, secca e i semi, sono entrati a far parte della mia alimentazione, equilibrandola.

In verità la consapevolezza alimentare è maturata in me solo in seguito ad un avvelenamento da metalli pesanti, contenuti nelle amalgama delle otturazioni dei miei denti.

Mi sono dovuta “prendere per mano” molto seriamente e oggi posso dire che sono stati il cibo  unitamente al contatto stretto con la Natura, l’uso di erbe e fiori,  e la mia fede a salvami la vita.

Credo che la scelta di quanto mangiamo, di quello che decidiamo di comprare, ma anche di non comprare, il come cuciniamo i nostri pasti, rappresentino il grande potere a disposizione di ognuno di noi per il proprio benessere.

Si dice che siamo ciò che mangiamo, beh, se volete essere sicuri che non si tratti solo di un modo di dire, vi invito ad indagarvi, ad ascoltare il vostro corpo al risveglio, a valutare ciò che avete mangiato la sera prima, ad osservarvi durante le vostre performance, che sia una camminata od altro, e vedere come rispondete a seconda di come vi siete nutriti nei 2-3 pasti precedenti.

Solo così si impara a conoscersi e a capire come il nostro essere risponde a ciò che immettiamo in esso, e anche le risposte emozionali differiranno a seconda del cibo scelto.

In tutto ciò ho scartato completamente il cibo spazzatura, non compro cibi industriali o confezionati, lo zucchero bianco è bandito dalla mia cucina da oltre 20 anni, uso farine integrali e di semi diversi, adoro il latte di mandorle, consumo uova solo di galline felici, e rido, amo, gioisco, ringrazio, leggo libri, viaggio, ho scelto di vivere in campagna, coltivo l’orto e relazioni che mi fanno stare bene.

La mia necessità salutare, unita alla mia passione e alle competenze acquisite nel tempo, hanno fatto in modo che la mia professione diventasse di formazione e così ho cominciato ad insegnare un far cucina partendo dalla materia prima che interagisce con il nostro stare che può essere più o meno salutare a seconda delle nostre scelte.

Il mio modo di cucinare rappresenta una scelta etica? Sì.

Una scelta spirituale? Sì, noi siamo corpo, mente e spirito.

Una scelta legata alla sostenibilità e al rispetto di Madre Terra? Sì, io mi sento parte di Essa.

Mi piace ciò che cucino e che poi mangio? Sì, spesso è godurioso.

Avrete capito che amo il cibo e voglio svelarvi un segreto, che poi segreto non è.. un cibo che riesce a stregarmi è un buon cioccolato fondente equosolidale, che squisitezza.

Evviva il cibo, evViva la Vita. Grazie Vita.

Un basen dall’Erbana.

foto di ph Nicola Boi

Questo articolo ha visto la luce grazie alle amiche di RiAbita :-)

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