Farinata o cecina, sempre pratica, veloce e golosa.
La farinata altrimenti detta cecina è un piatto che assomiglia molto a una frittata al forno, ma non richiede l’uso delle uova.
Trattasi di un piatto presente in molte regioni italiane con vari ingredienti e differenti modalità che variano anche a seconda delle stagioni, ma l’ingrediente principale è la farina di ceci.
A Dolciacque, in Liguria l’ho mangiata cotta al forno in un tegame tondo di rame, e dato l’elevato costo del tegame mi è stato consigliato di cuocere la pastella anche adoperando una buona padella, era strepitosamente buona da leccarsi i baffi. Se capitate da quelle parti, vi consiglio di sperimentarla.
A Torino il 1° giugno del 2013, in occasione del Premio Agricoltura Civica Award 2013 promosso da AiCare, l’agenzia italiana per la campagna e l’agricoltura responsabile ed etica, ho preso parte alla premiazione per le migliori Fattorie didattiche con progetti sociali, io vi avevo partecipato con un mio progetto di rete e per l’occasione ho conosciuto persone splendide, dalla Maria De Biase a Francesca Durastante, a Chiara De Santis del Giardino di Filippo, a Pierre Rabhi, contadino-filosofo e saggista francese di origini algerine grande custode della salvaguardia di Madre terra. Vi racconto ciò, perchè per la cena mi sono recata in una pizzeria che sfornava cecine a strombattuto, dall’aquolina devo ancora chiudere gli occhi quando ci penso, peccato che non ho conservato l’indirizzo e non saprei tornarci.
In Sicilia, invece, l’ho mangiata come panella.
E da oltre 20 anni io me la preparo a seconda dell’umore, del tempo, degli ingredienti a mia disposizione, e ogni volta è differente, ma sempre buona e appetitosa, molto nutriente e saziante.
Ecco qui una delle varianti della mia ricetta della farinata.
Farinata alla borragine e fiori di carota selvatica: per preparare una farinata, si comincia col mischiare acqua e farina di ceci e il segreto per una buona riuscita è lasciarla riposare a lungo prima di procedere con le altre fasi della preparazione. Il riposo ideale dell’impasto base va dalle 4 alle 8 ore.
Quando decido di prepararla mi programmo un giorno per l’altro. La sera, prima di andare a dormire, miscelo circa 150 grammi di farina di ceci con 300 ml circa di acqua.La proporzione può variare un pò.
Durante la notte gli ingredienti si “sposeranno” e la mattina avrete una bella crema liscia e “predigerita”, priva di grumi, oserei dire quasi gonfia e pronta ad esser usata. Gli enzimi avranno cominciato una pre digestione e ora pensiamo a come condire la nostra cecina.
Unite sale, un trito di erbette (timo, rosmarino, salvia, finocchio, santoreggia, origano, quelle di cui disponete o che gradite di più) e un paio di giri di buon olio evo. Amalgamate aiutandovi con una frusta o se preferite un bel cucchiaio di legno o un bel bastone di finocchietto.
La mattina pulite e tagliate in piccole forme una patata e fatela saltare in padella con una cipollina dolce e un filo di olio per alcuni minuti, mescolando continuamente. Verso fine cottura unite qualche foglia di borragine mondata e tagliata a listarelle, e fatela cuocere velocemente. Unite la pastella di ceci versandola in modo uniforme in una teglia da forno preriscaldata e ben oliata, e una volta steso l’impasto liquido ai ceci, ricoprite con i centrini di Madre Natura ovvero con le belle corolle dei fiori bianchi di carota selvatica. Infornare a 180° per circa 20′ finchè la superficie non sarà dorata.
Potete variare le verdure secondo i vostri gusti e la disponibilità. Ottima con l’erba cipollina, con un trito di rosmarino, con gli strigoli o con il crespino, alle zucchine o semplicemente all’olio evo e semi.
Una volta cotta, se dovrete impiattarla provate a tagliarla a losanghe, rende bene.
Provate questa ricetta, è golosissima :-) gnammy
Sperimentate sempre e abbiate cura di voi che siete l’ingrediente fondamentale della grande ricetta che è la Vita :-) , un abbraccio dall’Erbana, una selvatica in cucina.
ps. ricevo queste precisazioni da un’amica, Lella Canepa, che mi dice: che la farinata o cecina in Toscana è una sola, quella cotta al forno a legna nel tegame di rame, oppure anche nel forno di casa con meno risultati. Non ha niente a che vedere con quella nella padella pura o mescolata a altre cose che nel ponente ligure viene definita farfrittata, ricetta antica riscoperta dai vegani. Un’altro piatto ligure con la farina di ceci è la panissa, quella che in Sicilia viene chiamata pannella e servita nel pane. Non è altro che una polenta fatta di farina di ceci, lasciata raffreddare, tagliata e o fritta o condita con pepe e cipolla. Sono proprio tre cose diverse, come spesso succede con gli stessi ingredienti. Grazie, utilissime precisazioni, abbiamo sempre da imparare e condividere il proprio sapere arricchisce e nutre. :-)
Ciao grazie per questo interessante post! La Cecina viene fatta anche a Viareggio e la si può mangiare anche nei locali dove fanno la pizza a taglio ma è semplicemente una specie di crepe molto sottile senza aggiunta di verdure.
Io la preferisco spesso alla pizza :)