Uomini, possiamo definirci umani?
Credo nel potere della bellezza, non solo delle cose, ma anche dell’animo, la cerco e la celebro ogni volta che posso. Gioisco per le persone meravigliose che conosco, per quelle semplici, entusiaste della vita, per coloro che riconoscono la luce che brilla nei cuori, per quelli di cui sento raccontare piccole o grandi prodezze, gesti compassionevoli o altruistici, ma purtroppo, esiste anche l’altro lato della medaglia che mi stupisce ancora.
Lo stupore dovrebbe essere un’emozione in grado di suscitare felicità, e invece, ultimamente, sempre più spesso resto annichilita di fronte alla bruttezza che l’essere umano è capace di esprimere. A volte resto incredula, come tramortita, come se ciò che vedo o ascolto fosse davvero troppo, e cerco la bellezza per ricrearmi e ne ringrazio la presenza, oppure per proteggermi dallo squallore mi rinchiudo in me stessa.
Da bimba pensavo al 2000 come un grande traguardo per l’essere umano finalmente divenuto evoluto, immaginavo macchine volanti, modi semplici per coltivare il cibo e la possibilità di grande libertà per tutti.
Ora, giunti nel 2021 siamo bloccati da una pandemia mai immaginata da nessuno di noi. Essa ci sta trasformando, portando a galla in molte persone, tanta cattiveria e altrettanta maleducazione. Speravo in una crescita volta al benessere, alla bontà di cuore, e invece mi trovo portata a credere che ciò non sia insito nell’uomo.
Mi viene in mente la favola di Esopo “Lo scorpione e la rana”.
Ve la racconto: “… uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: – Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda – La rana gli rispose: – Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi! – E per quale motivo dovrei farlo?” – incalzò lo scorpione – Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei! – La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. – Perché sono uno scorpione … – rispose lui – E’ la mia natura!”, forse ciò vale per la maggior parte di noi.
Quest’anno ho notato un grosso peggioramento nelle persone. C’è chi aggredisce verbalmente per futili motivi, scattando in moti d’ira per un nonnulla, e ogni occasione è buona per attaccar briga. È vero, la pressione è tanta, e la situazione è pesante, ma c’è tanta cattiveria gratuita che viene dispensata come se nulla fosse, e tante buone maniere sono andate dimenticate.
Come se fossimo circondati da una coltre fumosa, che avvolgendoci tutti, fa sì che alcuni divengono inconsapevoli delle proprie azioni , e ammaliati da una modalità inumana determinano molteplici danni alla comunità e a Madre Terra. Purtroppo, non basta essere uomini per essere umani.
Assorta in questi cupi pensieri, mi chiedo che ne è del nostro lato umano in quest’epoca che dovrebbe essere ormai evoluta. Forse l’aver perduto alcuni “paletti” ci ha fatto disperdere? Non ci sono più valori, credo religiosi o politici che sorreggano la morale, o forse al contrario, la morale ci ha reso così bacchettoni e rigidi da farci smarrire ancor di più ..
Ho un attimo di sconcerto, poi rammento ciò che ho letto nelle “Metamorfosi” di Ovidio, nelle quali si racconta in maniera allegorica della creazione del mondo, dove alcuni uomini, pur essendo circondati da Dei olimpici detentori dei poteri assoluti, sfidano precetti e regole da Essi dettati, con la conseguenza di venire trasformati in statue, in rospi o in uccelli, di essere spediti nell’Ade o tra gli Abissi, e altrettante soluzioni estreme sono di monito a coloro che non sanno stare al “mondo”.
Pensando a quei racconti mi accheto, se fin dai tempi ci è stato tramandato che alcuni uomini osando sfidare gli Dei, si spingevano in situazioni orribili, guidati dalla bramosia di potere, dall’ingordigia, dal disprezzo degl’altri, credendosi al di sopra di tutto, e meschini nel sentirsi separati dal resto del mondo, forse la natura vera dell’uomo è questa.
Quel lato di umanità che vado domandando, non è innata nell’uomo, ma è una qualità che va cercata, chiesta, sviluppata, nutrita, accompagnata in molteplici modi, anche prestando attenzione all’uso che facciamo delle parole.
E, acchetandomi, sorrido constatando che essere uomini è per tutti, essere umani è un pregio, e io continuerò a volermi circondare solo da persone che proiettate ad alimentare quella loro umanità, sentendomi sempre meno attratta da coloro che di umano hanno solo le sembianze, perché il loro cuore è di pietra, difficile da scaldare e da scalfire.
Solo la gentilezza può nel tempo generare cambiamenti, piuttosto che la prepotenza.
L’amica Claudia P. scrive: “ non è il martello a rendere le rocce così perfette, ma l’acqua, con la sua costante calma, la sua danza e il suo suono….dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire”.
Voglio avere fiducia nell’essere umano.
Ciao, quanto mi ritrovo con il tuo articolo , leggendo pensavo allora nn sono solo io a percepire questo brutto modo di vivere di parecchie persone , grazie mi hai rincuorato,un abbraccio Elena.😘